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Dario Nicolella sperimenta la contaminazione della poesia con altre arti, in particolare cinema, musica, prosa e questa volta pittura, che in qualche modo fungono da psicostimolanti degli istinti creativi. Abbattendo mura e steccati anacronistici che ancora oggi troppo spesso isolano la poesia dai grandi movimenti artistici, egli rinuncia al ruolo della poesia quale musa ispiratrice e, invertendone il ruolo tra le arti, aspira a che essa si lasci a sua volta ispirare attraverso una terza via, alternativa a quella interiore.